Nel cuore del quartiere londinese di Whitechapel, nel 1888, si manifestò un terrore inimmaginabile. Una serie di omicidi brutali e sanguinari terrorizzò la città e scatenò un’ondata di panico e speculazioni. L’autore di questi crimini atroci divenne noto come Jack lo Squartatore, un serial killer non identificato la cui vera identità rimane avvolta nel mistero fino ai giorni nostri. Le sue vittime, tutte donne, venivano attaccate di notte e mutilate con una precisione chirurgica che ha portato a sospetti e teorie sulle sue possibili competenze anatomiche.
La sua scia di violenza, insieme alla sua apparente capacità di eludere la cattura, ha reso Jack lo Squartatore una figura leggendaria nell’immaginario collettivo, una rappresentazione vivida e spaventosa del male assoluto. Questo articolo esplora il modus operandi di Jack lo Squartatore, le teorie sulla sua identità e l’impatto culturale che ha lasciato nel corso dei secoli.
Biografia
Purtroppo, la vera identità di Jack lo Squartatore è rimasta un mistero per oltre un secolo, e la sua biografia rimane quindi speculativa. Tuttavia, possiamo approfondire alcune teorie riguardanti i possibili sospetti che sono emersi nel corso degli anni.
Montague John Druitt: Un avvocato e insegnante, Druitt è stato spesso citato come uno dei sospetti più plausibili. Druitt morì per suicidio nel Tamigi poco dopo l’ultimo omicidio attribuito a Jack lo Squartatore, il che ha portato molti a sospettare che potesse essere stato lui. Tuttavia, non ci sono prove concrete a suo carico.
Aaron Kosminski: Un parrucchiere polacco che viveva a Whitechapel, Kosminski era noto per avere problemi di salute mentale. La polizia lo aveva sospettato, ma non c’erano prove sufficienti per accusarlo. Nel 2019, un gruppo di ricercatori ha affermato di aver identificato Kosminski come Jack lo Squartatore attraverso l’analisi del DNA su un fazzoletto trovato vicino al corpo di una delle vittime, ma questi risultati sono stati contestati.
Walter Sickert: Un artista impressionista tedesco-britannico, Sickert è stato sospettato dalla scrittrice di romanzi polizieschi Patricia Cornwell. Cornwell ha sostenuto che le opere d’arte di Sickert contenevano indizi sulle uccisioni. Tuttavia, non ci sono prove che collegano direttamente Sickert agli omicidi.
James Maybrick: Un mercante di cotone britannico, Maybrick è diventato un sospetto quando è stato scoperto un diario nel 1992, che si diceva fosse stato scritto da lui, nel quale confessava di essere Jack lo Squartatore. Tuttavia, molti esperti ritengono che il diario sia un falso.
Principe Alberto Edoardo: Alcune teorie della cospirazione sostengono che Jack lo Squartatore fosse in realtà il principe Alberto Edoardo, che in seguito sarebbe diventato re Edoardo VII del Regno Unito. Queste teorie sono state ampiamente screditate.
Dr. Thomas Neill Cream: Un medico e serial killer, Cream è stato sospettato in quanto era noto per aver avvelenato molte delle sue vittime. Tuttavia, Cream era in prigione in Illinois al momento degli omicidi di Whitechapel.
È importante sottolineare che nessuna delle teorie esistenti è stata confermata e che l’identità di Jack lo Squartatore rimane uno dei più grandi misteri irrisolti nella storia del crimine.
Modus Operandi di Jack lo Squartatore
Il modus operandi di Jack lo Squartatore è stato un elemento chiave per la definizione del profilo del killer da parte degli investigatori dell’epoca. Il suo modus operandi includeva vari elementi che lo distinguevano da altri assassini seriali. Ecco alcuni dettagli sul suo modus operandi:
Selezione delle vittime: Le vittime di Jack lo Squartatore erano tutte donne, in particolare prostitute, che vivevano e lavoravano nel quartiere di Whitechapel, a Londra. Si pensa che il killer le attirasse con la promessa di denaro per i loro servizi prima di attaccarle.
Attacchi notturni: Le vittime venivano attaccate e uccise di notte, spesso in luoghi isolati o poco illuminati, come vicoli o cortili. Questo gli permetteva di operare nell’ombra e di sfuggire facilmente all’attenzione delle forze dell’ordine o dei passanti.
Uccisione per strangolamento: In alcuni casi, Jack lo Squartatore strangolava le sue vittime prima di procedere con le mutilazioni. Questo metodo di uccisione permetteva al killer di immobilizzare le vittime senza fare troppo rumore.
Mutilazioni: Una delle caratteristiche distintive dei crimini di Jack lo Squartatore era la brutalità delle mutilazioni inflitte alle vittime. Le sue mutilazioni erano spesso profonde e tecnicamente precise, suggerendo che avesse conoscenze anatomiche. In alcuni casi, asportava organi interni delle vittime, come l’utero o i reni, il che ha portato ad ipotesi riguardo alla sua possibile formazione come chirurgo o macellaio.
Nessun furto o violenza sessuale: Le vittime venivano uccise e mutilate, ma i loro beni personali non venivano rubati e non vi erano segni di violenza sessuale. Questo ha portato gli investigatori a concludere che il movente del killer non fosse legato al furto o a desideri sessuali, ma piuttosto a un impulso violento e sadico.
Presenza di messaggi: In almeno un caso, è stato riferito che Jack lo Squartatore abbia lasciato un messaggio scritto con gesso su un muro vicino al luogo del crimine. Il messaggio, conosciuto come “Graffito di Goulston Street”, faceva riferimento agli ebrei e fu cancellato dalla polizia per evitare disordini razziali.
Comunicazione con la stampa: Durante il periodo degli omicidi, furono inviate diverse lettere ai giornali e alla polizia, apparentemente scritte da Jack lo Squartatore. La maggior parte di queste lettere è stata considerata falsa, ma alcune, come la famosa “Lettera dal sangue dell’inferno”, sono state ritenute autentiche da alcuni investigatori.
Il modus operandi di Jack lo Squartatore ha contribuito a creare il mito attorno alla sua figura e ha reso difficile per gli investigatori dell’epoca risolvere il caso, che rimane ancora aperto oggi.
Riferimenti culturali
La figura di Jack lo Squartatore ha affascinato l’immaginazione collettiva fin dagli anni immediatamente successivi ai suoi crimini. La sua identità misteriosa, i metodi brutali e l’incapacità delle autorità di catturarlo lo hanno reso una figura di leggenda.
Jack lo Squartatore ha ispirato innumerevoli libri, film, serie TV, fumetti e canzoni. Alcuni esempi notevoli includono:
Film: “Jack lo squartatore” (1976), “From Hell” (2001), basato sul romanzo grafico omonimo di Alan Moore e Eddie Campbell, che ipotizza un complotto della massoneria coinvolto nelle uccisioni.
Libri: “The Complete History of Jack the Ripper” di Philip Sugden, “Portrait of a Killer: Jack the Ripper – Case Closed” di Patricia Cornwell.
Serie TV: La serie “Whitechapel” (2009-2013) segue un gruppo di detective moderni che indagano su crimini ispirati alle uccisioni di Jack lo Squartatore.
Musica: La band heavy metal Judas Priest ha scritto una canzone intitolata “The Ripper”, ispirata a Jack lo Squartatore.
Nel corso del tempo, la figura di Jack lo Squartatore è diventata un’icona dell’horror e del mistero, ma è importante ricordare che i suoi crimini erano reali e che le sue vittime erano donne reali che hanno subito terribili sofferenze.
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