Mary Flora Bell nacque il 26 maggio 1957 a Newcastle upon Tyne, in Inghilterra. La sua infanzia fu segnata da traumi e abusi. Sua madre, Betty, era una prostituta e una figura altamente instabile che, secondo quanto riportato, tentò piĂą volte di uccidere Mary durante i suoi primi anni di vita. Il padre biologico di Mary era assente, e il suo patrigno, Billy Bell, aveva frequenti problemi con la legge. Cresciuta in un ambiente caotico e violento, Mary mostrò sin dall’inizio segni di disturbo e comportamenti problematici.
La giovane Mary era spesso trascurata e sottoposta a violenze fisiche e psicologiche. Gli abusi subiti, combinati con un ambiente familiare altamente disfunzionale, sembrano aver giocato un ruolo cruciale nel modellare il suo comportamento deviante. Nonostante le difficoltĂ , Mary era descritta come intelligente e astuta, capace di manipolare gli adulti e i coetanei.
Modus Operandi
Nel maggio del 1968, poco prima del suo undicesimo compleanno, Mary Bell commise il suo primo omicidio. La sua vittima fu Martin Brown, un bambino di quattro anni. Mary strangolò Martin in una casa abbandonata e lasciò il suo corpo lì. Inizialmente, la morte di Martin fu attribuita a un incidente, ma la verità emerse presto.
Solo due mesi dopo, nel luglio del 1968, Mary uccise nuovamente. Questa volta la vittima fu Brian Howe, un bambino di tre anni. Mary strangolò Brian in un terreno vuoto vicino alla sua casa. Dopo averlo ucciso, Mary mutilò il corpo del bambino, incidendo la sua pelle con un paio di forbici e infliggendo ferite multiple. La natura sadica di questi atti rivelò un livello di premeditazione e crudeltà sorprendente per una bambina così giovane.
Mary Bell non agì da sola in queste azioni; spesso era accompagnata dalla sua amica di nove anni, Norma Joyce Bell (nessuna parentela). Norma era coinvolta nei crimini, sebbene il suo grado di partecipazione e consapevolezza fosse minore rispetto a Mary.
L’atteggiamento di Mary dopo gli omicidi fu inquietante. Partecipò attivamente alle indagini della polizia, offrendo informazioni fuorvianti e cercando di distogliere i sospetti. Scrisse anche dei messaggi minatori sui muri della scuola, vantandosi implicitamente dei suoi crimini. Questi comportamenti, insieme alla sua freddezza durante gli interrogatori, contribuirono a far emergere la sua colpevolezza.
Processo e Condanna
Mary Bell fu arrestata il 7 agosto 1968. Durante il processo, che si tenne nel dicembre dello stesso anno, la difesa cercò di dimostrare che Mary soffriva di una grave psicopatia, che le impediva di comprendere appieno la gravità delle sue azioni. Nonostante la sua giovane età , la corte riconobbe la pericolosità di Mary.
Il 17 dicembre 1968, Mary Bell fu giudicata colpevole di omicidio colposo per entrambi i casi, a causa della sua “responsabilitĂ diminuita” dovuta alla sua giovane etĂ e alla sua condizione mentale. Fu condannata a essere detenuta a “Her Majesty’s Pleasure,” un termine indeterminato che equivale a una sorta di reclusione a tempo indeterminato per minori.
Mary passò gran parte della sua detenzione in istituti penitenziari e riformatori giovanili. Fu rilasciata in libertĂ condizionata nel 1980, dopo 12 anni di reclusione. Le fu concesso l’anonimato per proteggere la sua identitĂ e quella della sua figlia nata qualche anno dopo il suo rilascio.
Mary Bell: La Vita Dopo il Carcere
Dopo essere stata condannata nel 1968 e aver trascorso 12 anni in diverse strutture detentive e riformatori giovanili, Mary Bell fu rilasciata in libertĂ condizionata nel 1980 all’etĂ di 23 anni. Una volta uscita di prigione, Mary cercò di ricostruire la sua vita lontano dai riflettori. Le fu concesso l’anonimato per proteggere la sua identitĂ e permetterle di reintegrarsi nella societĂ senza la continua minaccia della notorietĂ e del giudizio pubblico.
L’anonimato di Mary fu garantito attraverso un ordine legale noto come “Mary Bell Order”, che le permetteva di vivere sotto un nome falso. Questo ordine legale fu esteso anche a sua figlia, nata pochi anni dopo il rilascio di Mary. Questo provvedimento fu preso per garantire che la figlia di Mary non fosse vittima di stigmatizzazione o minacce a causa delle azioni della madre.
Adattamento alla Vita Civile
Dopo il rilascio, Mary Bell cercò di mantenere un profilo basso. Passò attraverso diverse identitĂ e si trasferì piĂą volte per evitare l’attenzione mediatica. La sua vita post-carceraria fu segnata da un costante tentativo di rimanere anonima e di proteggere la sua famiglia dai curiosi e dai giornalisti.
Nonostante gli sforzi di rimanere nell’ombra, Mary Bell non fu immune dall’interesse pubblico. Nel 1998, quando Mary aveva 41 anni, il giornalista e scrittore Gitta Sereny pubblicò il libro “Cries Unheard: Why Children Kill: The Story of Mary Bell”. Questo libro, basato su interviste dettagliate con Mary, offriva un’analisi approfondita della sua infanzia, dei crimini e della sua vita dopo il carcere. L’opera suscitò un notevole dibattito sull’opportunitĂ di dare voce a un ex criminale e sulla possibilitĂ di guadagno da parte di Mary attraverso le royalties del libro.
Controversie e Dibattito Pubblico
La pubblicazione del libro di Sereny sollevò molte polemiche. Alcuni ritenevano che Mary Bell non meritasse di trarre beneficio finanziario dalla narrazione dei suoi crimini, mentre altri sostenevano che la storia fosse importante per comprendere le radici della violenza giovanile e per promuovere una maggiore consapevolezza sui temi dell’abuso infantile e della riabilitazione.
In risposta alle polemiche, il governo britannico introdusse una legislazione che limitava la capacitĂ degli ex detenuti di trarre profitto dalle loro storie criminali. Tuttavia, la complessitĂ del caso di Mary Bell e l’importanza del suo anonimato mantennero l’attenzione pubblica su di lei e sulla sua storia.
Vita Privata
Mary Bell ha continuato a vivere sotto diverse identitĂ per proteggere la sua privacy e quella di sua figlia. Il costante cambiamento di residenza e identitĂ fu una necessitĂ per evitare le minacce e la pressione mediatica. La sua capacitĂ di mantenere un profilo basso fu essenziale per permetterle di vivere una vita relativamente normale.
Nonostante le difficoltĂ , Mary riuscì a trovare una certa stabilitĂ . L’anonimato le permise di lavorare e di crescere sua figlia lontano dai riflettori. Le informazioni specifiche sulla sua vita privata sono limitate, proprio a causa delle misure di protezione adottate per garantire la sua sicurezza e quella della sua famiglia.
Riferimenti Culturali
Il caso di Mary Bell ha avuto un profondo impatto sulla cultura popolare e sulla criminologia. La sua storia ha ispirato numerosi libri, documentari e studi accademici. Ecco alcune fonti precise riguardanti Mary Bell:
Libri
“Mary Bell: The Horrific True Story Behind an Innocent Girl’s Eyes” di Denisa Rahimova (2016)
Questo libro fornisce un resoconto dettagliato del caso di Mary Bell, esplorando i dettagli del crimine e il contesto psicologico della giovane assassina.
“Cries Unheard: Why Children Kill: The Story of Mary Bell” di Gitta Sereny (1998)
Scritto dalla giornalista Gitta Sereny, questo libro offre una visione approfondita sulla vita di Mary Bell, incluse interviste con lei stessa, e analizza le ragioni dietro i suoi crimini.
“The Case of Mary Bell: A Portrait of a Child Who Murdered” di Gitta Sereny (1972)
Un altro lavoro di Gitta Sereny, questo libro è uno studio psicologico dettagliato del caso di Mary Bell, pubblicato pochi anni dopo i crimini.
Documentari
“Cries Unheard: The Story of Mary Bell” (1998)
Basato sul libro di Gitta Sereny, questo documentario esplora il caso di Mary Bell con interviste e ricostruzioni, offrendo una panoramica completa delle vicende.
“Mary Bell: The Child Killer” (2019)
Un documentario che esamina il caso di Mary Bell, includendo interviste con esperti, investigatori e persone vicine al caso.
Articoli e Risorse Online
“The Guardian: Mary Bell, the tragic child killer, is free. Should we pity her or hate her?” di Gitta Sereny (2003)
Un articolo approfondito di Gitta Sereny pubblicato su The Guardian, che riflette sulla vita di Mary Bell dopo il suo rilascio dalla prigione.
“BBC News: The Mary Bell Case” (2012)
Un articolo della BBC che fornisce una panoramica del caso di Mary Bell, includendo dettagli sui crimini e il processo.
Queste fonti forniscono un’analisi completa e dettagliata del caso di Mary Bell, esplorando vari aspetti della sua vita, dei suoi crimini e delle implicazioni psicologiche e sociali.
Conclusione
Mary Bell rimane uno dei casi più emblematici e inquietanti di baby killer nella storia criminologica. La sua storia mette in luce la complessità delle dinamiche psicologiche e sociali che possono portare un bambino a compiere atti estremamente violenti. Offre inoltre uno spunto di riflessione sulle modalità con cui la società può intervenire per prevenire tali tragedie e sostenere la riabilitazione dei giovani coinvolti in crimini gravi.
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