Quando si parla di serial killer, uno dei nomi che inevitabilmente viene citato è quello di Pedro Alonso López, conosciuto come “Il Mostro delle Ande“. La sua storia è un esempio agghiacciante di come un individuo possa sfuggire alla giustizia per anni, seminando terrore e morte lungo il proprio cammino. Con oltre 300 vittime stimate, López è considerato uno dei serial killer più prolifici della storia.
Breve Biografia sul “Il peggior serial killer della storia”
Pedro Alonso López nacque l’8 ottobre 1948 a Santa Isabel, Colombia. La sua infanzia fu segnata da violenze e abusi, un destino purtroppo comune a molti serial killer. Suo padre morì prima che lui nascesse e sua madre, una prostituta, non gli fornì un ambiente familiare stabile. López fu cacciato di casa a otto anni dopo essere stato scoperto a molestare sua sorella minore. Questo evento lo spinse a vivere per strada, dove divenne vittima di ulteriori abusi e sfruttamento.
L’adolescenza di López fu caratterizzata da piccoli crimini e frequenti incarcerazioni. Durante uno dei suoi periodi in carcere, subì violenze sessuali da parte di altri detenuti, un’esperienza che lo segnò profondamente e che contribuì a plasmare il suo futuro comportamento criminale.
Modus Operandi
Pedro Alonso López è stato attivo principalmente negli anni ’70 e ’80, operando in Colombia, Ecuador e Perù. Si stima che abbia ucciso oltre 300 giovani ragazze, rendendolo uno dei serial killer più prolifici della storia. Il suo modus operandi era tanto semplice quanto efficace: López individuava le sue vittime tra le giovani ragazze di famiglie povere, spesso di età compresa tra gli 8 e i 12 anni.
López avvicinava le sue vittime in mercati affollati o in aree rurali, offrendo loro piccoli regali o cibo per guadagnarsi la loro fiducia. Una volta isolate, le portava in luoghi remoti dove le violentava e le strangolava. López dimostrava una freddezza impressionante nel compiere questi atti, spesso ritornando sul luogo del delitto per assicurarsi che i corpi fossero ben nascosti. In alcuni casi, seppelliva le vittime in fosse comuni, dimostrando una mancanza totale di rimorso.
Cattura e Processo
La cattura di Pedro Alonso López avvenne quasi per caso. Nel 1980, fu arrestato in Ecuador per il tentato rapimento di una bambina. Durante l’interrogatorio, López confessò spontaneamente di aver ucciso centinaia di ragazze. Inizialmente, le autorità faticarono a credere alle sue affermazioni, pensando che fossero frutto di una mente disturbata. Tuttavia, quando López condusse la polizia ai luoghi dove aveva seppellito le sue vittime e furono trovati i resti di numerosi corpi, le sue confessioni si rivelarono tragicamente vere.
Il processo a López fu relativamente rapido. Fu dichiarato colpevole di 110 omicidi in Ecuador e condannato a 16 anni di prigione, la pena massima prevista dal sistema giudiziario del paese all’epoca. Tuttavia, questa sentenza suscitò grande indignazione pubblica, poiché molti ritenevano che una punizione così lieve fosse inadeguata rispetto alla gravità dei suoi crimini.
Dopo la Prigione
Dopo aver scontato solo 14 anni in prigione, López fu rilasciato per buona condotta nel 1994 e deportato in Colombia. Le autorità colombiane lo arrestarono nuovamente e lo misero in un ospedale psichiatrico. Tuttavia, fu rilasciato dopo tre anni e da allora è scomparso senza lasciare traccia. Nonostante vari rapporti suggeriscano che potrebbe essere stato responsabile di altri omicidi dopo il suo rilascio, non ci sono prove concrete per confermare queste accuse.
Impatto e Riflessi sulla Società
Il caso di Pedro Alonso López ha avuto un impatto profondo sulle nazioni coinvolte e sulla comunità internazionale. Ha sollevato importanti questioni riguardanti la gestione dei criminali pericolosi e la necessità di riformare i sistemi penitenziari e giudiziari per garantire che tali individui non possano continuare a commettere crimini dopo il loro rilascio.
Inoltre, il caso López ha messo in luce la vulnerabilità delle bambine e delle giovani donne in situazioni di povertà e marginalizzazione. Ha evidenziato la necessità di maggiori misure di protezione e supporto per i bambini a rischio, nonché la necessità di una maggiore consapevolezza e intervento precoce per prevenire la trasformazione di traumi infantili in comportamenti criminali violenti.
Conclusione sul “Il peggior serial killer della storia”
Pedro Alonso López rimane uno dei serial killer più spietati e prolifici della storia, un uomo la cui infanzia tormentata si è trasformata in un’orrenda serie di crimini che hanno sconvolto tre nazioni. La sua storia ci ricorda l’importanza di un sistema di giustizia efficace e di un supporto adeguato per i bambini vulnerabili, affinché possano crescere in ambienti sicuri e protetti. Mentre il destino finale di López rimane sconosciuto, il suo impatto sulla criminologia e sulle politiche di sicurezza pubblica continua a farsi sentire ancora oggi.
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