Alfredo Galán, noto come “El Asesino de la Baraja”, è un ex militare spagnolo diventato famoso per la sua serie di omicidi nel 2003, in cui lasciava una carta da gioco vicino ai corpi delle sue vittime. Questo articolo esplora la sua biografia, il modus operandi e l’impatto culturale dei suoi crimini, fornendo una panoramica completa della sua vita e delle sue azioni.
Biografia
Alfredo Galán Sotillo è nato il 5 aprile 1978 a Puertollano, Ciudad Real, in Spagna. Cresciuto in una famiglia normale, la sua giovinezza è stata segnata da un comportamento introverso e tranquillo. Dopo aver completato la scuola primaria e secondaria, Galán si è arruolato nell’Esercito di Terra spagnolo nel 1998, entrando nella divisione di fanteria meccanizzata. Ha partecipato a missioni nei Balcani, dove ha vissuto esperienze traumatiche che hanno avuto un impatto significativo sulla sua salute mentale.
Nel 2003, dopo un periodo di servizio nel quale ha mostrato segni di instabilità psicologica, è stato congedato dall’esercito e ha iniziato a lavorare come vigilante di sicurezza all’aeroporto di Barajas, Madrid. Tuttavia, la sua condizione mentale è peggiorata, e nonostante la terapia, i suoi problemi con l’alcol e la depressione hanno avuto la meglio su di lui.
Modus Operandi di Alfredo Galán
Il 24 gennaio 2003, Alfredo Galán ha iniziato la sua serie di omicidi a Madrid. La sua prima vittima fu Juan Francisco Ledesma, ucciso con un colpo di pistola alla testa. Nei mesi successivi, Galán ha ucciso altre cinque persone e ne ha ferite gravemente tre. Usava una pistola Tokarev TT-33, un’arma che aveva portato con sé da una missione nei Balcani.
Una caratteristica distintiva dei suoi crimini era lasciare una carta da gioco accanto ai corpi delle sue vittime, una pratica che ha portato i media a soprannominarlo “El Asesino de la Baraja”. Questo dettaglio macabro ha contribuito a creare un’aura di mistero intorno ai suoi crimini e ha confuso ulteriormente le forze dell’ordine durante le indagini iniziali.
Dettagli degli Omicidi
24 gennaio 2003: Juan Francisco Ledesma, un portiere, è stato ucciso a colpi di pistola mentre dava da mangiare a suo figlio.
5 febbraio 2003: Juan Carlos Martín Estacio, un addetto alle pulizie, è stato ucciso mentre aspettava l’autobus. Una carta da gioco, l’Asso di Coppe, è stata trovata vicino al suo corpo.
5 febbraio 2003: Nel bar Rojas di Alcalá de Henares, Galán ha sparato a diverse persone, uccidendo Mikel Jiménez Sánchez e Juana Dolores Uclés López, e ferendo gravemente Teresa Sánchez.
7 marzo 2003: Santiago Eduardo Salas è stato ferito gravemente, ma è sopravvissuto. Galán ha lasciato una carta da gioco sul luogo del crimine.
18 marzo 2003: George e Doina Magda sono stati uccisi a colpi di pistola in un sentiero di Arganda del Rey. Doina è morta due giorni dopo l’attacco.
Confessione e Arresto
Il 3 luglio 2003, in uno stato di ebbrezza, Alfredo Galán si è consegnato alla polizia di Puertollano, confessando di essere “El Asesino de la Baraja”. Inizialmente, la polizia ha faticato a prenderlo sul serio a causa del suo stato, ma una volta verificati i dettagli delle sue confessioni, come i segni distintivi sulle carte da gioco lasciate sulle scene del crimine, è stato arrestato e trasferito a Madrid.
Durante il processo, Galán ha cambiato spesso la sua versione dei fatti, arrivando a sostenere di essere stato costretto a confessare da un neonazista che minacciava la sua famiglia. Tuttavia, le prove raccolte dalla polizia, tra cui l’identificazione dei sopravvissuti e la corrispondenza dell’arma, hanno confermato la sua colpevolezza.
Processo e Condanna
Nel 2005, Alfredo Galán è stato giudicato colpevole di sei omicidi e tre tentati omicidi. È stato condannato a 142 anni di carcere e obbligato a risarcire i familiari delle vittime e i sopravvissuti con oltre 600.000 euro. Il tribunale ha riconosciuto come aggravanti il manifesto disprezzo per la vita umana e l’allarme sociale causato dai suoi crimini, mentre ha escluso la presenza di significativi disturbi psicologici come attenuante.
Impatto Culturale
I crimini di Alfredo Galán hanno lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva spagnola. La sua figura è stata oggetto di numerosi articoli di giornale, documentari e analisi criminologiche.
Libri e Documentari
“Baraja: la firma del asesino”: Questo documentario di Netflix, uscito nel giugno 2023, esplora in profondità i crimini di Alfredo Galán, con testimonianze degli investigatori, dei giornalisti e delle vittime. Il documentario è diviso in tre parti e fornisce una visione dettagliata del caso, inclusi dettagli che erano stati trascurati nelle indagini iniziali (El Español) (Noticias de Álava).
Articoli su RTVE e El País: Numerosi articoli su RTVE e El País hanno analizzato il caso, fornendo approfondimenti sulla psicologia di Galán e l’impatto dei suoi crimini sulla società (RTVE.es) (El País).
Conclusione su Alfredo Galán
Alfredo Galán, “El Asesino de la Baraja”, rimane uno dei serial killer più noti e temuti della storia recente spagnola. La sua vicenda è un inquietante promemoria di come esperienze traumatiche e problemi psicologici non trattati possano degenerare in comportamenti estremamente violenti. La sua storia continua a essere studiata da criminologi e psicologi, nel tentativo di comprendere meglio le radici della violenza umana e prevenire future tragedie.
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