María de las Mercedes Bernardina Bolla Aponte de Murano, meglio conosciuta come Yiya Murano, rappresenta uno dei casi più noti di avvelenamento seriale in Argentina. Soprannominata l’“Avvelenatrice di Montserrat,” il suo nome è associato a una serie di omicidi avvenuti negli anni ’70. Questo articolo esplora la sua biografia, il modus operandi, e il suo impatto culturale.
Biografia di Yiya Murano
Nata il 20 maggio 1930 a Corrientes, Argentina, Yiya Murano ha mostrato fin da giovane una personalità carismatica, capace di guadagnarsi la fiducia altrui, ma altrettanto manipolativa. Trasferitasi a Buenos Aires, condusse una vita apparentemente ordinaria, ma con una particolare inclinazione per il lusso e lo status sociale, desideri che divennero presto la sua rovina. Nonostante il suo aspetto mite, il bisogno di mantenere uno stile di vita elevato, ma non sostenuto da risorse adeguate, la portò a ideare un piano oscuro che culminò in tre omicidi, di cui fu riconosciuta colpevole.
Modus Operandi: L’Arma del Cianuro
Yiya Murano scelse come arma il veleno, più precisamente il cianuro. Le sue vittime furono principalmente persone che la conoscevano, un aspetto che riflette un tradimento della fiducia intima. La prima vittima accertata, Nilda Gamba, morì il 10 febbraio 1979, seguita da Leila Chicha Formisano de Ayala il 19 febbraio dello stesso anno. Entrambe avevano prestato denaro a Murano, una coincidenza che non passò inosservata agli investigatori. A marzo 1979, anche la cugina di Murano, Carmen Zulema del Giorgio de Venturini, perse la vita in circostanze sospette dopo aver ricevuto dei dolci da lei. I medici confermarono la presenza di cianuro nel corpo della vittima, collegando definitivamente Murano agli avvelenamenti.
Gli inquirenti scoprirono che Murano usava petit four e altri dolci per mascherare il cianuro, ottenendo così un mezzo insospettabile per raggiungere le sue vittime. La sua attitudine apparente era quella di una donna premurosa, mentre nascondeva un’intenzione letale. È interessante notare come ogni vittima avesse un collegamento finanziario con lei, suggerendo un movente ben definito: eliminare i debiti attraverso l’omicidio.
L’Arresto e la Detenzione
Yiya Murano fu arrestata il 27 aprile 1979 dopo il decesso di tre persone nel quartiere di Montserrat. Inizialmente si difese affermando la propria innocenza e sostenendo di non aver mai invitato le vittime a casa per mangiare, un tentativo di sottrarsi alle accuse. Tuttavia, le prove contro di lei erano schiaccianti, e nel 1985 fu condannata per omicidio. La sua pena si rivelò controversa, poiché trascorse solo 16 anni in carcere, liberata in seguito a una riduzione della pena e a causa dell’età avanzata.
Un episodio bizzarro, che sottolinea la sua personalità carismatica e disturbante, si verificò dopo la sua scarcerazione: inviò una scatola di cioccolatini ai giudici che avevano deciso il suo rilascio, in un gesto inquietante e ironico, visto il suo passato di avvelenatrice. Questo evento segnò ulteriormente l’immagine pubblica della Murano come una criminale manipolatrice e spietata.
Riferimenti Culturali: Tra Libri e Serie TV
La storia di Yiya Murano ha ispirato numerose rappresentazioni nei media argentini. La scrittrice Marisa Grinstein ha incluso il suo caso nel libro Mujeres Asesinas (Donne assassine), che analizza figure di assassine celebri in Argentina. Nel 2006, Canal 13 ha trasmesso un episodio della serie televisiva ispirata al libro, ricreando i crimini di Murano. Durante l’episodio, la stessa Murano appare proclamando la sua innocenza, in un bizzarro contrasto tra realtà e finzione.
In Messico, l’adattamento della serie ha presentato un episodio basato su Murano con il titolo “Tita Garza, Swindler,” interpretato da Patricia Reyes Spíndola. Questo ritratto televisivo ha consolidato la sua fama, e il suo caso è ora emblematico nell’immaginario collettivo, sia per la crudezza dei crimini, sia per il lato psicologico di una donna apparentemente normale, capace di azioni tanto efferate.
Yiya Murano: una Leggenda Oscura
Yiya Murano rimase nell’immaginario argentino come simbolo della crudeltà e della manipolazione. Anche se proclamò la propria innocenza fino alla fine, il suo modus operandi non lasciò spazio a dubbi per le autorità. La sua vita rappresenta un avvertimento sui pericoli del narcisismo e della manipolazione e continua a intrigare criminologi, psicologi e il grande pubblico.
Il caso di Yiya Murano, con la sua crudele semplicità e la tragica natura delle sue azioni, offre uno spaccato oscuro della condizione umana, tra desiderio di potere e incapacità di empatizzare con il dolore altrui.
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