Lun, 24 Marzo, 2025
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Peter Sutcliffe: Il Squartatore dello Yorkshire

by Leonardo Povia
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Peter Sutcliffe, noto anche come “Squartatore dello Yorkshire” o “Yorkshire Ripper”, è stato uno dei serial killer più infami della Gran Bretagna. Nato a Bingley il 2 giugno 1946, Sutcliffe ha terrorizzato il Regno Unito tra il 1975 e il 1981, periodo durante il quale ha ucciso tredici donne e tentato di assassinarne altre sette.

Biografia

Sutcliffe è cresciuto a Bingley, nel West Riding of Yorkshire, in una famiglia cattolica della classe lavoratrice. Ha lasciato la scuola all’età di quindici anni e ha svolto vari lavori, tra cui quello di becchino negli anni ’60. Nel 1974, ha sposato Sonia Szurma, che aveva incontrato nel 1967.

Nonostante fosse un regolare frequentatore di prostitute a Leeds e Bradford, Sutcliffe ha sviluppato un’ossessione per l’uccisione di donne di strada. Ha affermato di essere stato guidato dalla voce di Dio nel compiere i suoi crimini.

Gli Omicidi

La sua serie di attacchi è iniziata nel 1975, quando ha assalito Wilma McCann a Bradford. Nel corso degli anni, ha utilizzato un martello e un coltello come armi principali, attaccando le sue vittime di notte e lasciando dietro di sé una scia di morte e terrore. Nonostante le intense indagini della polizia e gli sforzi per catturarlo, Sutcliffe è riuscito a eludere la cattura per sei anni.

Arresto e Condanna

Il 2 gennaio 1981, Sutcliffe è stato arrestato dalla polizia a Sheffield. Dopo due giorni di interrogatorio, ha confessato i suoi crimini. Durante il processo, ha cercato di dichiararsi non colpevole per motivi di insanità mentale, ma è stato dichiarato colpevole di tredici omicidi e sette tentati omicidi. È stato condannato a scontare almeno trent’anni di carcere, ma nel 2010 la sua condanna è stata estesa all’ergastolo.

Morte

Nell’ottobre 2020, Sutcliffe è stato ricoverato in ospedale per un sospetto attacco cardiaco. Pochi giorni dopo, è risultato positivo al COVID-19 e ha rifiutato le cure. È deceduto il 13 novembre 2020 all’età di 74 anni.

Modus Operandi di Peter Sutcliffe

La maggior parte delle vittime di Sutcliffe erano prostitute o donne che si trovavano da sole di notte. Questa scelta potrebbe essere stata influenzata dalla sua frequente visita a prostitute e dalla sua ossessione per l’uccisione di donne di strada.

Armi e Attacchi:
Sutcliffe utilizzava principalmente un martello e un coltello per attaccare le sue vittime. In molti casi, avrebbe prima tramortito la vittima con un colpo di martello alla testa e poi l’avrebbe pugnalata ripetutamente con un coltello. In alcuni casi, ha utilizzato un sasso inserito in una calza per colpire le sue vittime.

Molti degli attacchi di Sutcliffe sono avvenuti in aree isolate o parchi, come Roundhay Park a Leeds. Questi luoghi offrivano a Sutcliffe la possibilità di attaccare le sue vittime senza essere notato e di fuggire rapidamente.

Mutilazioni post-mortem:
Dopo aver ucciso le sue vittime, Sutcliffe spesso mutilava i loro corpi. Queste mutilazioni includevano pugnalate al collo, al petto e all’addome. In alcuni casi, ha anche lasciato impronte dei suoi stivali sul corpo delle vittime.

Interazioni con la polizia:
Sutcliffe è stato in grado di eludere la cattura per diversi anni nonostante fosse stato fermato e interrogato dalla polizia in diverse occasioni. Ha anche avuto interazioni dirette con la polizia, come quando è stato arrestato per guida in stato d’ebbrezza nel 1980. Sebbene le esatte motivazioni di Sutcliffe rimangano oggetto di speculazione, ha affermato di essere stato guidato dalla voce di Dio nel compiere i suoi crimini. Questa affermazione, tuttavia, potrebbe essere stata un tentativo di dichiararsi non colpevole per motivi di insanità mentale durante il suo processo.

In sintesi, il modus operandi di Peter Sutcliffe era caratterizzato da una selezione specifica delle vittime, l’uso di armi particolari, attacchi in luoghi isolati e mutilazioni post-mortem. La sua capacità di eludere la cattura per un periodo così lungo e le sue interazioni con la polizia hanno ulteriormente complicato le indagini su di lui.

Riferimenti Culturali

L’infamia di Peter Sutcliffe e i suoi crimini hanno avuto un impatto significativo sulla cultura popolare britannica. Questo impatto si riflette in vari media, tra cui film, musica, letteratura e televisione. Ecco un’analisi dei riferimenti culturali legati a Peter Sutcliffe:

Musica

La band punk britannica “The Exploited” ha scritto una canzone intitolata “Ripper” nel loro album del 1981 “Punks Not Dead”, che fa riferimento a Sutcliffe.

Morrissey, l’ex cantante degli Smiths, ha fatto riferimento a Sutcliffe nella sua canzone “Suffer Little Children”, che tratta dei Moors Murders. Anche se la canzone non riguarda direttamente Sutcliffe, Morrissey ha menzionato in interviste il clima di paura in Gran Bretagna durante gli anni dei crimini di Sutcliffe.

Film e Televisione

Nel 2000, è stato rilasciato un film drammatico intitolato “This Is Personal: The Hunt for the Yorkshire Ripper”, che racconta la storia delle indagini della polizia su Sutcliffe.

Nel 2009, il film “Red Riding: In the Year of Our Lord 1980” ha esplorato le indagini su Sutcliffe e ha presentato una rappresentazione drammatica dei suoi crimini.

Diversi documentari sono stati prodotti su Sutcliffe, tra cui “The Yorkshire Ripper Files: A Very British Crime Story”, che esamina come la misoginia e i pregiudizi abbiano influenzato le indagini.

Impatto Sociale

I crimini di Sutcliffe hanno avuto un impatto profondo sulla percezione della sicurezza delle donne in Gran Bretagna. Durante il periodo dei suoi attacchi, molte donne avevano paura di uscire di notte da sole. Ciò ha portato a discussioni e dibattiti sulla sicurezza delle donne e sul ruolo della polizia nella protezione delle comunità.

La figura di Peter Sutcliffe e i suoi crimini hanno lasciato un segno indelebile nella cultura popolare britannica. La sua storia è stata esplorata e rappresentata in vari media, riflettendo la fascinazione e l’orrore della società per i serial killer e i loro atti.

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