Relativamente alla tassonomia dell’omicidio seriale, il punto di riferimento rimane la classificazione operata dal Crime Classification Manual, pubblicato nel 1992 ad opera degli agenti speciali dell’ F.B.I, R. Ressler e J. Douglas, con la collaborazione della psichiatra A. Burgess, di cui parleremo anche nell’ultimo capitolo. Questo trattato sui delitti violenti cerca di dare una prima classificazione degli omicidi sulla base del movente, offrendo una chiara classificazione degli assassini seriali.
I criteri in base ai quali classificare gli assassini seriali sono:
- Omicidio seriale per guadagno personale. In questa categoria di omicidio seriale, l’assassino commette una serie di delitti prevalentemente allo scopo di entrare in possesso di un’eredità o per incassare polizze di assicurazione stipulate sulla vita delle vittime. Solitamente, esiste una relazione ben precisa tra assassino e vittima: i due si conoscono, ma l’assassino deve essere capace di operare un profondo processo di depersonalizzazione delle vittime che gli consenta di privarle delle loro caratteristiche umane, trasformandole in soli oggetti. Il serial killer, in questi casi, vive dei proventi dei suoi omicidi. E’ questa una delle categorie in cui le donne assassine sono in numero maggiore e si tratta, in genere, di persone con una vita privata insoddisfacente e nessun lavoro, oppure un lavoro scarsamente retribuito. Spesso si tratta di persone incapaci di qualunque sentimento empatico nei confronti del prossimo. In questa categoria di serial killer rientra Henry Landru, che uccise diverse donne sole e depresse, che gli affidarono i loro beni, ben liete di accettare le sue attenzioni;
- Omicidio seriale situazionale. Gli omicidi seriali di questo tipo non sono premeditati, ma vengono compiuti nell’atto di commettere un altro reato oppure mentre il soggetto sta cercando di mettersi in fuga dopo il reato stesso. Gli omicidi sono causati da un impulso improvviso oppure dal panico o da uno stato confusionale in cui si viene a trovare il criminale che viene colto sul fatto. Gli omicidi non trovano giustificazione concreta nel contesto situazionale, inquanto le vittime non rappresentano un potenziale pericolo per l’assassino: in questi casi, si prova un forte desiderio di uccidere. Gli omicidi vengono compiuti con armi da fuoco e le vittime sono casuali, scelte solo per la loro presenza sul luogo del crimine. Di solito, questo serial killer è una persona impulsiva, con scarso controllo della propria aggressività ed emotività e che difetta del necessario sangue freddo per affrontare una situazione di stress acuto ed improvviso. Un esempio tipico di assassino seriale rientrante in questa categoria è Francis Crowley che, nel 1931, fece una serie di rapine durante le quali uccise tre persone;
- Omicidio seriale motivato da erotomania. In questo tipo di omicidio seriale, la causa scatenante è data da una particolare fissazione dell’assassino, appunto l’erotomania (uno stato di permanente eccitazione sessuale, localizzata soprattutto a livello psichico). L’assassino vagheggia un amore idealizzato, che lo porta a ritenere inadeguati tutti i suoi amanti. Questi omicidi vengono compiuti soprattutto da donne; un esempio è quello di Nannie Ross che uccise i suoi tre mariti, la madre, le sorelle e i figli perché “cercava il vero amore”. Il fattore trainante è di tipo individuale, per uno stato di insoddisfazione emozionale che porta il soggetto a rifugiarsi nel suo mondo fantastico, scontento anche dei rapporti emotivi con i compagni;
- Omicidio seriale provocato da un conflitto. Questo tipo di omicidio si verifica quando, a seguito di una lite tra due persone, una perde il controllo e uccide l’altra e quando la stessa sequenza si ripete in diverse occasioni. Il fattore principale è di tipo relazionale, cioè è la risultante di una interazione negativa tra la vittima e l’assassino. Emblematico è l’esempio di Jack Henry Abbott, il quale uccideva quando era in preda ad attacchi di rabbia e gli bastava il più piccolo pretesto;
- Omicidio seriale per vendetta simbolica. In questo caso, l’assassino uccide una serie di vittime contro le quali vuole vendicarsi, perché pensa di aver subito un grave torto e lo ingigantisce fino a farlo diventare insostenibile, in maniera del tutto irrazionale. Il serial killer uccide soggetti che personalmente non gli hanno fatto nulla, ma che rappresentano un’autorità che lui vuole punire per un comportamento che ritiene scorretto nei suoi confronti. La vittima è, quindi, solo la proiezione del vero nemico dell’assassino che, invece, è irraggiungibile. Il killer, di solito, è incapace di tollerare le frustrazioni e le sconfitte e ha spiccate reazioni paranoiche. In questa tipologia di omicidio seriale rientra il caso di Unabomber che dal 1978 al 1996, negli Stati Uniti, ha spedito una serie di pacchi bomba a professori universitari e dirigenti di compagnie aeree, uccidendo tre persone e ferendone ventitré;
- Omicidio seriale con movente irrazionale. E’ il tipo di omicidio seriale tipico dei soggetti schizofrenici e paranoidi in quanto l’omicidio sembra essere motivato da un movente irrazionale, conosciuto solo dalla mente dell’assassino. Le vittime, di solito, sono scelte a caso e possono essere estremamente eterogenee per età , classe sociale e sesso. La giustificazione preferita da questi serial killer è quella di udire delle voci, che ordinano di commettere gli omicidi. Un esempio classico di questo tipo di assassino seriale è Joseph Kallinger, il quale sosteneva che una testa decapitata di nome “Charlie” gli ordinasse di uccidere ragazzi, mutilandone i genitali. A volte, gli assassini seriali sostengono di non essere responsabili degli omicidi, perché questi sono compiuti da un’altra personalità che loro non sono in grado di controllare;
- Omicidio seriale motivato da estremismo. L’assassino seriale che compie questo tipo di omicidio è motivato dalla fede in una serie di idee basate su un particolare sistema politico, religioso e sociale. Questo tipo di assassino può agire da solo, ma più spesso fa parte di un gruppo. Si distinguono quattro sottogruppi: omicidio seriale causato da estremismo politico, in cui l’assassino seriale uccide diversi rappresentanti del governo o persone di cui non condivide le opinioni politiche; omicidio seriale causato da estremismo religioso, in cui l’assassino seriale mostra una fede smisurata in un sistema di credenze basato su agenti sovrannaturali o su un capo carismatico che esercita il suo influsso psicologico per far compiere al soggetto una serie di omicidi. Spesso questo assassino, quando agisce da solo, presenta anche una forma di psicosi che lo porta ad avere allucinazioni uditive e/o visive, per cui è convinto di ricevere l’ordine di uccidere “direttamente da Dio”. C’è poi l’omicidio seriale causato da estremismo socioeconomico per il quale l’assassino seriale uccide persone appartenenti ad un certo gruppo etnico, sociale o religioso verso cui prova un’intensa ostilità . In questa categoria rientra il gruppo denominato “la Legione nera”, un’organizzazione che combatteva contro neri, ebrei cattolici, comunisti e anarchici, che tra il 1933 e il 1936, nel Michigan, uccise più di cinquanta persone e, infine, vediamo l’omicidio seriale causato da estremismo paramilitare. Questo assassino uccide le proprie vittime come se fossero “bersagli” da eliminare. Ogni azione diventa una “missione speciale” e l’assassino si equipaggia di conseguenza. E’ il caso di Arrigo Candela, una guardia giurata la cui passione erano le armi e le tecniche di sopravvivenza: nel paese in cui viveva veniva spesso deriso perché passava intere notti in campagna, in uniforme e armato di tutto punto. Fra il 1991 e il 1992 commise tre omicidi, semplicemente per dimostrare di essere un “duro”.
- Omicidio seriale per eutanasia. In questo caso, l’assassino seriale sceglie come vittime persone che, secondo lui, stanno soffrendo ingiustamente. E’ convinto che sia suo dovere alleviare le sofferenze del prossimo, anche se, nella maggior parte dei casi, il reale motivo sotteso agli omicidi è la sensazione di potere e controllo che l’assassino ottiene. I casi di omicidio seriale di questo tipo sono piuttosto numerosi e vedono coinvolti come colpevoli sia uomini che donne, soprattutto personale sanitario. Gli omicidi sono commessi in modo da far pensare ad una morte naturale: tra i metodi più usati c’è l’iniezione di sostanze tossiche o velenose ed il soffocamento. E’ molto difficile scoprire questo tipo di omicidio seriale, in quanto i sintomi provati dalle vittime sono compatibili con il decesso per cause naturali. A ciò si aggiunge il fatto che spesso gli ospedali e le case di cura sono interessate a tenere nascosto un tasso di mortalità elevato tra i pazienti per paura di uno scandalo o di perdere clienti. Generalmente si arriva all’arresto solo se il serial killer decide di confessare.
- Omicidio seriale per il controllo di potere. In questo caso, il soggetto sceglie l’omicidio come attività che gli permette di manifestare il suo bisogno di onnipotenza. Spesso si tratta di omicidi seriali particolarmente brutali nell’esecuzione, in cui l’assassino provoca un notevole grado di sofferenza alla vittima. Questo tipo di omicidi si divide in tre sottocategorie: omicidio seriale per essere al centro dell’attenzione, omicidio seriale sadico e omicidio seriale missionario. Nel primo caso, l’assassino crea volontariamente una situazione di pericolo per le vittime e, in seguito, tenta, inutilmente, di salvarle allo scopo di assumere un atteggiamento da eroe. Questo tipo di omicidio vien solamente attuato da donne che mettono in pericolo la vita dei propri figli o di altri bambini; nel secondo caso, il serial killer si distingue per il piacere che prova nell’uccidere e spesso l’omicidio avviene dopo numerose torture, anche ripetute nel tempo. Il piacere principale consiste nell’infliggere alle vittime il massimo dolore fisico e psicologico in modo tale da potersi sentire onnipotente. L’assassino, cioè, deriva la sua soddisfazione massima dalle reazioni di dolore della vittima. Nel terzo caso, infine, il serial killer sente di dover compiere una missione, cioè quella di eliminare un certo gruppo di persone, perché ritiene che queste non siano degne di vivere e questo compito gli procura un piacere molto intenso. Questo assassino seriale, pur non soffrendo di una psicosi, è spesso condizionato da personali convinzioni sostenute da alcune percezioni di tipo paranoide. Un caso emblematico di assassino seriale rientrante in questa categoria è quello di Gaspare Zinnanti, che nel 1999, uccise due tossicodipendenti a Milano allo scopo di “ripulire” il mondo da tali soggetti.
- Omicidio seriale sessuale. Questo tipo di omicidio seriale implica un elemento sessuale che sta alla base delle azioni che conducono alla morte della vittima. Il genere di atto sessuale e il suo significato simbolico variano a seconda della personalità dell’assassino e i serial killer sessuali vengono identificati in quanto nell’acting out delle loro fantasie, spesso, lasciano una firma caratteristica sul corpo delle vittime o su qualche altro elemento della scena del delitto. Anche qui, in genere, gli assassini possono essere suddivisi in due sottogruppi: l’omicida seriale sessuale sadico e l’omicida seriale sessuale necrofilo. Nel primo caso, l’assassino ottiene la gratificazione sessuale infliggendo grandi sofferenze alle vittime. Lo stupro, quando c’è, è particolarmente violento e accompagnato da percosse e/o torture di vario genere; nel secondo caso, invece, l’assassino uccide le vittime nel modo più veloce possibile e, generalmente, con una metodica non lesiva dei tessuti corporei, perché gli interessa avere accanto a sé un corpo inanimato intatto. A distanza di alcuni giorni dall’omicidio, l’assassino può decidere di sezionare il cadavere per conservarne alcune parti e disfarsi del resto. In entrambi i casi, si tratta di soggetti spesso provenienti da ambienti familiari traumatizzanti, soprattutto per quello che riguarda la sfera sessuale. Sono individui che possono aver subito abusi e violenze sessuali o un’educazione troppo severa e repressiva, in cui è stato loro insegnato che “il sesso è peccato”. L’omicidio a sfondo sessuale è un modo per l’assassino di raggiungere la gratificazione sessuale e la ripetizione dell’atto omicidiario gli permette di rivivere all’infinto il piacere provato la prima volta;
- Omicidio seriale a movente misto. Ci sono diversi casi di omicidio seriale in cui il movente varia da delitto a delitto. Le vittime possono essere alternativamente persone del nucleo familiare, conoscenti o sconosciuti. Questi omicidi, spesso, proprio a causa della variabilità del movente, sono scarsamente pianificati. Il soggetto sembra spinto ad uccidere da un suo bisogno interno, indipendentemente dal fatto che il movente giustifichi, o meno, l’omicidio. Di solito, comunque, si tratta di soggetti che, al momento del primo omicidio, hanno già una carriera criminale alle spalle, per cui l’omicidio è l’ultima tappa di un processo di devianza ben consolidato nell’ambiente nel quale sono inseriti.
La classificazione degli assassini seriali, come delineata nel Crime Classification Manual, offre una lente d’ingrandimento essenziale per comprendere la complessitĂ e la varietĂ delle motivazioni alla base dei crimini seriali. Analizzare questi profili non solo permette di riconoscere i tratti distintivi di ciascun tipo di omicidio, ma contribuisce anche a sviluppare strategie investigative piĂą mirate ed efficaci. Comprendere la psicologia e le dinamiche di controllo, potere e compulsione che guidano questi individui ci avvicina a una conoscenza piĂą profonda delle deviazioni umane e delle misure necessarie per arginarle. In ultima analisi, la classificazione si rivela un tassello fondamentale per affrontare con consapevolezza e precisione un fenomeno che, sebbene raro, scuote nel profondo la nostra societĂ .
Fonte: Trisciuoglio, B. Il Serial Killer: Profilo Psicologico, Classificazione e Tecniche Investigative. Tesina presentata per il Corso di Formazione in Psicologia Giuridica, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense presso l’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, 2010.
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