Rispetto alla classificazione dei serial killer sulla base del movente, va sicuramente citato lo studio di Holmes e De Burger (1988), che rappresenta una delle basi della classificazione di De Luca e Mastronardi (2008) di cui parleremo successivamente, sempre in questo paragrafo. In questo contesto, esploreremo le diverse tipologie e motivazioni dei serial killer.
Holmes e De Burger hanno suddiviso i serial killer in:
- Visionary serial killer (o serial killer allucinato) che uccide in serie perché guidato da allucinazioni (voci imperative, messaggi telepatici) o per deliri persecutori, mistici o di grandezza;
- Hedonistic serial killer (o serial killer edonista) che uccide per il gusto di uccidere, per l’emozione, il piacere, la gratificazione che gli provoca l’uccidere un essere umano. Questi tipi di assassini vengono suddivisi in tre sottogruppi: il thrill killer (omicida in cerca del brivido), il lust serial killer (assassino orientato al piacere sessuale) e il comfort killer (omicida per tornaconto personale). Il thrill killer uccide per l’esperienza del fremito provocato dall’atto stesso (il thrill, per l’appunto), spesso di natura sessuale; il lust serial killer uccide per gratificazione sessuale, in quanto deve giungere ad uccidere per ottenere l’orgasmo. Sono omicidi commessi in modo sadico e brutale; il comfort killer, infine, uccide per il guadagno economico, per la gratificazione finanziaria;
- Mission serial killer (serial killer missionario) che uccide per motivazioni morali: le vittime possono essere prostitute, omosessuali, negri, barboni, drogati, ossia quelle categorie di persone che considera “feccia” da cui ripulire il mondo;
- Power control serial killer (o serial killer orientato al controllo e al dominio della vittima) che è un assassino dalla personalità debole e a bassa autostima, che uccide per il desiderio di totale dominio sull’altro, per avere il potere di vita e di morte.
La classificazione di Holmes e De Burger fu ripresa da Mastronardi nel 2008 e modificata con l’aggiunta di un quinto tipo di serial killer. Sono descritti:
- Serial killer Visionario che commette omicidi in conseguenza di ordini che è convinto di aver ricevuto a seguito di allucinazioni visive e/o uditive. Si tratta di vere e proprie “allucinazioni di comando” in cui la voce percepita di solito è quella di Dio o di Satana che fornisce indicazioni pratiche per commettere l’omicidio. I soggetti che hanno allucinazioni visive sono convinti di essere posseduti da una specie di demone soprannaturale e la maggior parte di essi mostra un quadro patologico piuttosto grave nel quale le diagnosi più comuni sono schizofrenia di tipo paranoide oppure disturbo allucinatorio paranoide: nel primo caso, di solito, gli omicidi presentano elementi bizzarri e di scarsa organizzazione, mentre nel secondo, il livello di pianificazione è sicuramente più elevato;
- Serial killer Missionario che è convinto di avere il compito di portare a termine una specie di “missione divina” che lo vede nel ruolo di colui che ripulirà il mondo da persone considerate “indesiderabili” (prostitute, vagabondi, spacciatori di droga). Generalmente, questo soggetto non soffre di una psicosi, ma spesso è condizionato da convinzioni personali sostenute da alcune false percezioni di tipo paranoide; non prova neanche rimorso per le sue azioni, in quanto è convinto che sta eseguendo un compito che gli è stato assegnato direttamente da Dio e che serve per migliorare la società ;
- Serial killer Edonista che prova un particolare piacere nell’atto di uccidere. L’azione omicidiaria possiede un valore intrinseco autonomo e fornisce all’assassino una sensazione di soddisfazione paragonabile ad una specie di “orgasmo emotivo”, simile a quello provato dal giocatore d’azzardo che scommette in maniera pesante e aspetta i risultati o come la sensazione di eccitamento provata da tutte quelle persone che intraprendono attività particolarmente rischiose perché hanno bisogno di sperimentare forti emozioni per sentirsi vivi;
- Serial killer del Controllo del potere che persegue in prevalenza lo scopo di esercitare il controllo assoluto su di un’altra persona, per deciderne la vita e la morte e sentirsi, in tutto e per tutto, simile ad un dio, in una ricerca dell’onnipotenza totale. L’eventuale stupro, sodomizzazione e/o mutilazione del corpo della vittima, in questo caso, non ha una reale motivazione di tipo erotico e il sesso viene utilizzato soprattutto come strumento per esercitare il potere e raggiungere il controllo completo psicofisico della vittima;
- Serial killer Lussurioso. In questo caso, l’obiettivo primario dell’assassino non sembra tanto quello di esercitare il potere, quanto piuttosto quello di ottenere un soddisfacimento di tipo prettamente sessuale. Di solito, il soggetto che rientra in questa categoria è caratterizzato dalla presenza di iperstimolazione organico – sessuale dovuta ad uno scompenso ormonale, Nella genesi dei delitti di questo tipo di assassino, le fantasie giocano un ruolo di primo piano e sono orientate in chiave di perversione sessuale (sadismo, feticismo, ecc) e di bisogno di mutilare, squartare e depezzare il corpo della vittima.
Le classificazioni proposte da Holmes e De Burger, ampliate e rivisitate da Mastronardi, ci offrono uno strumento prezioso per comprendere meglio le complessità del comportamento dei serial killer e i motivi che li spingono ad agire. Questo approccio tassonomico permette di individuare le differenze tra i vari tipi di assassini seriali, evidenziando come, al di là delle specifiche patologie, i serial killer possano essere motivati da bisogni psicologici profondi e distorti, che vanno dalla ricerca di potere alla gratificazione sessuale, dall’ossessione missionaria alla necessità di soddisfare impulsi sadici.
Queste classificazioni sulle tipologie e motivazioni dei serial killer non solo contribuiscono a una maggiore comprensione del fenomeno da parte di criminologi e psicologi, ma rappresentano anche una base su cui costruire metodi investigativi più efficaci. La conoscenza dei profili dei serial killer aiuta, infatti, a elaborare strategie di prevenzione e a individuare pattern comportamentali che possono facilitare l’identificazione e l’arresto di questi criminali. In questo senso, l’evoluzione degli studi in materia risulta fondamentale per affrontare un fenomeno complesso che continua a suscitare interesse e preoccupazione nella società .
Fonte: Trisciuoglio, B. Il Serial Killer: Profilo Psicologico, Classificazione e Tecniche Investigative. Tesina presentata per il Corso di Formazione in Psicologia Giuridica, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense presso l’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, 2010.
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