Dom, 9 Febbraio, 2025
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L’attività investigativa nella ricerca dei serial killer

by Leonardo Povia
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“In genere, i più tra i delinquenti nati hanno orecchi ad ansa, capelli abbondanti, scarsa la barba, seni frontali spiccati, mandibola enorme, mento quadro o sporgente, zigomi allargati, gesticolazione frequente: tipo, insomma, somigliante al Mongolico e qualche volta al Negroide. Gli omicidi abituali hanno lo sguardo vitreo, freddo, immobile, qualche volta sanguigno o iniettato; il naso spesso aquilino, adunco, sempre voluminoso; robuste le mandibole, lunghi gli orecchi, larghi gli zigomi; crespi, abbondanti i capelli e scuri; assai di frequente canini molto sviluppati, labbra sottili; frequenti le contrazioni unilaterali del volto, con cui scopronsi i denti canini quasi a sogghigno o minaccia…” (Lombroso, 1892, pp 67).

Dopo innumerevoli misurazioni encefaliche e cerebrali, Lombroso procedeva ad analizzare le corrispondenze tra le sue statistiche della fisiognomica del criminale e il volto stesso del criminale su quale lo psichiatra aveva il compito di effettuare una perizia.

E’ sempre con Cesare Lombroso che la polizia scientifica cominciò ad utilizzare la fotografia segnaletica che permise, già nei primi anni del Novecento, il riconoscimento di pericolosi criminali, nascosti sotto falso nome. Con la collaborazione di Ottolenghi, collaboratore di Lombroso, alcuni Commissariati di stato trasformano le antiche cartelle biografiche dei criminali in cartellini segnaletici, introducendo le fotografie di riconoscimento, non molto differenti da quelle utilizzate anche adesso dalla polizia di tutto il mondo.

Ma dobbiamo aspettare il 1940 per avere il primo successo reale del criminal profiling: è il caso di Mad Bomber. A New York, il 16 novembre, viene ritrovata una bomba inesplosa nell’edificio della Con Edison. E’ il primo di una serie di episodi simili che getteranno nel terrore la Grande Mela per più di quindici anni. Rivendicazioni aspre, attraverso messaggi composti con lettere ritagliate dai quotidiani, si alternano al ritrovamento di ordigni che, al momento della cattura del reo, saranno oltre una trentina. L’ispettore Finney chiede l’intervento di uno psichiatra, James Brussel, che aveva diretto il reparto di neuropsichiatria durante la guerra in Corea.

Lo psichiatra chiede di poter esaminare tutto il materiale a disposizione degli investigatori e fornisce loro il seguente profilo psicologico dettagliato del criminale:

  • L’attentatore è un maschio, in quanto storicamente i dinamitardi sono maschi;
  • L’attentatore ha motivi di rivendicazione contro l’azienda Con Edison, forse, in precedenza, è stato impiegato presso la ditta. Egli crede di aver ricevuto un qualche danno permanente dalla compagnia ed è in cerca di vendetta: tale conclusione appare evidente dal tono e dal contenuto delle lettere minatorie inviate;
  • L’attentatore è un chiaro esempio di paranoide: egli crede che la Con Edison e, in generale, le società complottino contro di lui;
  • L’attentatore ha un’età di circa 50 anni: la paranoia ha un esordio sintomatologico intorno ai 35 anni e Mad Bomber è attivo da 16 anni;
  • L’attentatore è ben curato, meticoloso e competente nel suo lavoro. Ogni particolare, dalla costruzione degli ordigni alla stesura delle lettere, all’attenta collocazione delle bombe, rivela la sua cura per ogni dettaglio e la sua precisione;
  • L’attentatore è ipersensibile alle critiche: questo è un classico sintomo della paranoia;
  • L’attentatore ha origini straniere o trascorre la maggior parte del suo tempo con gli stranieri. Egli scrive i propri messaggi di rivendicazione con stile assolutamente formale, esente da ogni espressione gergale. Utilizza espressioni che sembrano tratte da un romanzo vittoriano. Si riferisce alla Con Edison come “la Con Edison”, quando i newyorkesi si riferiscono alla compagnia senza utilizzare l’articolo;
  • L’attentatore ha frequentato almeno le scuole superiori, senza tuttavia accedere ad un’istruzione di più alto livello. Vi è traccia di una formazione da autodidatta nel linguaggio usato nelle lettere e nell’abilità dimostrata nella costruzione delle bombe;
  • L’attentatore è probabilmente di origini slave e di religione romana cattolica. L’utilizzo delle bombe come arma è più tipica delle zone dell’Europa centrale e orientale. Gli Slavi sono per la maggioranza di religione cattolica;
  • L’attentatore presenta irrisolto il complesso edipico; come la maggiore parte di simili individui, egli non è sposato e vive con una parente di sesso femminile che non è la madre; probabilmente ha perso la madre da giovane (il Dott. Brussel giunge a queste conclusioni basandosi sulla forma fallica degli ordigni; la forma delle “w” nella scrittura assai curata di Mad Bomber, a ricordare il profilo del seno femminile, fornisce ulteriori elementi a conferma dell’ultima affermazione);
  • Brussel si spinge inoltre a descrivere l’abbigliamento che Mad Bomber avrebbe indossato nel caso fosse stato catturato: un doppio petto scuro accuratamente abbottonato.

Il 20 Gennaio 1957, attraverso le indicazioni fornite agli investigatori, la polizia giunge all’arresto di George Metesky, le cui caratteristiche risultano quasi del tutto sovrapponibili al profilo redatto da Brussel; quando Mad Bomber viene preso in custodia, indossa un doppio petto ben allacciato.

A partire dal 1970, gli agenti speciali dell’F.B.I Teten e Mullany (quest’ultimo esperto degli aspetti psicologici del comportamento criminale), che avevano incontrato spesso il Dott. Brussel, creano il programma di profilo criminale e successivamente il programma di negoziazione ostaggi, basandosi sulle osservazioni dello psichiatra, sulle interviste effettuate da Ressler e colleghi ai serial killer e sulla classificazione criminale organizzato/disorganizzato di cui abbiamo parlato precedentemente.

Nel 1992 gli agenti speciali della sezione “Scienza del Comportamento” dell’F.B.I elaborano un testo, il Crime Classification Manual (di cui abbiamo già parlato), che rappresenta il primo strumento diagnostico che permette di standardizzare la terminologia e di classificare formalmente gli autori e le vittime dei tre principali crimini violenti che avvengono negli Usa: l’omicidio, l’incendio doloso e la violenza sessuale. Si è cercato di costruire, in analogia con il DSM IV che si occupa della classificazione psichiatrica dei disturbi mentali, una classificazione parallela per questi crimini: ne è venuto fuori il Manuale, che rappresenta un tentativo di sistema standardizzato per l’investigazione e la classificazione dei crimini violenti, una sorta di DSM dell’investigazione, per l’appunto. Nella sua elaborazione, si è tenuto conto di una serie di variabili. Da un lato la vittimiologia, ossia lo studio della vittima di quel particolare reato (se era conosciuta dall’autore, quali erano le probabilità di diventare vittima, se c’era rischio per il serial killer nel perpetrare il delitto, ecc), da un altro l’analisi della scena del delitto, cercando di capire se l’incontro autore-vittima sia avvenuto in un posto e poi entrambi si sono diretti in un altro luogo dove è avvenuta l’uccisione, se il cadavere è stato spostato, occultato, ecc… Infine, l’esame degli aspetti relativi all’ambiente, la zona, iltempo. Da tutti questi elementi si risale all’elaborazione di programmi statistici che permettono di comprendere se il profilo del criminale risale alla classificazione organizzato/disorganizzato e alla costruzione di un vero e proprio profilo psicologico.

Ma da questi programmi emerge, anche, che se l’investigatore appare la figura professionale deputata alla raccolta delle prove, alla successiva analisi e interpretazione delle stesse, l’esperto in scienze medico-legali assume importanza fondamentale nella valutazione di ogni segno inscritto nel corpo della vittima o lasciato dal corpo dell’autore nel luogo del reato. Spesso questi elementi assumono un ruolo decisivo nell’orientare le indagini e risolvere un caso, a prescindere da un’investigazione ben condotta. Oggi, infatti, la tecnologia messa in campo dalle forze di polizia appare sempre più raffinata e decisiva ai fini dell’individuazione di un colpevole.

Fonte: Trisciuoglio, B. Il Serial Killer: Profilo Psicologico, Classificazione e Tecniche Investigative. Tesina presentata per il Corso di Formazione in Psicologia Giuridica, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense presso l’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, 2010.

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