Sab, 8 Febbraio, 2025
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La donna serial killer: 10 profili mortali

by Leonardo Povia
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Volendo riportare la classificazione effettuata da Kelleher (1970), le categorie di donne serial killer sono le seguenti:

La vedova nera che uccide sistematicamente mariti, amanti o altri membri della famiglia. E’ la più attenta e metodica delle assassine seriali e il suo movente, solitamente, è di tipo economico. Inizia ad uccidere in età matura, è manipolativa, intelligente e paziente;

L’angelo della morte che uccide spesso negli ospedali e nelle case di cura attaccando i pazienti di cui si occupa. Le motivazioni sembrano essere differenti, ma, di solito, uccidono per un bisogno dell’Io onnipotente di scegliere della vita e della morte delle persone. Purtroppo è l’assassino seriale che viene scoperto dopo degli altri, in quanto gli omicidi sembrano avvenire per cause naturali e le amministrazioni ospedaliere non pensano che ci possa essere un serial killer nelle loro strutture;

La predatrice sessuale che agisce da sola e sceglie le proprie vittime in base al sesso. Il movente principale di questi delitti è, quindi, di natura sessuale;

La vendicatrice che uccide sistematicamente le vittime per motivi di gelosia o di vendetta. Di solito uccide i membri della sua stessa famiglia ed è motivata da un incontenibile senso di rifiuto e di abbandono;

L’assassina per profitto che uccide le vittime durante la commissione di altre attività criminali oppure per un guadagno economico. Di solito agisce da sola e concentra la sua energia distruttiva fuori dalla famiglia;

L’assassina in gruppo che uccide con altre donne o con uomini e i suoi omicidi sono i più brutali e di natura sessuale, anche se i motivi possono essere diversi ed è possibile che la donna non uccida personalmente, ma abbia solo un ruolo accessorio negli omicidi;

L’assassina psicotica che soffre di psicosi ed uccide in risposta ad un delirio interiore accompagnato da allucinazioni.

Quando le vittime sono bambini, a determinare l’omicidio seriale concorre una delle seguenti cause:

La sindrome di Munchausen per procura per il quale la donna inventa o procura sintomi nei propri figli e poi li sottopone ad una serie di esami ed interventi medico-chirurgici che raggiungono il risultato di danneggiarli o anche di ucciderli. Durante le malattie dei figli, la maggior parte di queste madri vive negli ospedali o vi trascorre molto tempo, spesso inizia la sua serie omicidiaria su animali domestici o su se stessa. L’obiettivo delle assassine seriali che soffrono di questo disturbo (a cui si associa una depressione latente) è di essere al centro dell’attenzione, di apparire affettuosa ed essere considerata un’ottima mamma dagli altri;

Il complesso di Medea che consiste nell’omicidio della prole, attuato per punire il marito, al quale si sottraggono per sempre i figli, in un delirio di onnipotenza omicida (“io ho dato loro la vita, io posso toglierla”) e di estromissione del padre che l’ha ferita.

L’assassina psicotica che soffre di psicosi ed uccide in risposta ad un delirio interiore accompagnato da allucinazioni.

Fonte: Trisciuoglio, B. Il Serial Killer: Profilo Psicologico, Classificazione e Tecniche Investigative. Tesina presentata per il Corso di Formazione in Psicologia Giuridica, Psicopatologia e Psicodiagnostica Forense presso l’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, 2010.

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